Teora (Avellino), 1981/1983
G. Grassi
Il complesso parrocchiale progettato riprende la giacitura della vecchia chiesa madre distrutta dal sisma affiancandosi a questa che, conservata come rudere, diventa sagrato aperto sul paesaggio. Mentre l’elemento emergente e di maggiore riconoscibilità della nuova chiesa, cioè la facciata con la torre campanaria al centro, si dispone in posizione dominante rispetto al nuovo centro urbano e si collega con la sottostante chiesetta “della Congrega“ (da restaurare) a formare un unico insieme monumentale nel verde. Ancora in accordo con il piano di recupero il progetto osserva l’allineamento lungo il crinale con il complesso edilizio del “castello”. Tale allineamento si determina con la successione del corpo sporgente del transetto e dei due corpi in linea che formano la casa parrocchiale, avendo tutti la medesima profondità di corpo. L’impianto generale della chiesa parrocchiale comprende una grande navata di forma prossima al quadrato, larga 12 m e alta 9,60 m, che termina in un transetto dalla forma stretta e allungata di pari altezza e rialzato di quattro gradini. Sulla T formata da questi due elementi principali e di maggiore altezza dell’organismo si impostano tutti gli altri elementi della composizione. Lateralmente alla navata vi sono due piccole navate a sezione quadrata; esse sono quasi interamente occupate dai diversi elementi funzionali […] che conducono senza intralciare la navata ai due bracci del transetto. In quella di sinistra troviamo in successione il presepe, il battistero, la cappella dedicata alle vittime del sisma e la bussola in legno della porta di accesso dal sagrato; in quella di destra, divisa in due parti per tutta la sua lunghezza da una parete in legno alta 2,90 m, un deposito per gli elementi mobili dell’arredo, i confessionali e la penitenzieria che immettono direttamente nella sagrestia e nell’ufficio/archivio ricavati nel braccio destro del transetto e delimitati anch’essi da una parete in legno di pari altezza. Sul transetto, nella parete di fondo, si aprono la cappella feriale, un vano centrale in cui trovano posto la credenza e gli altri arredi sacri e l’accesso posteriore alla chiesa, che mediante una rampa di scale collega questa alla via Roma. La stessa scala conduce anche a uno stretto ballatoio che percorre tutta la parete di fondo del transetto a un’altezza di 3,50 m e che porta alla cantoria sovrapposta al vano centrale. Tutti questi annessi sono illuminati da finestre laterali, mentre la navata centrale è illuminata da una serie di finestre poste in alto lungo le pareti laterali. I banchi fissi per i fedeli si trovano nella navata centrale e nel transetto sinistro per complessivi 270 posti a sedere con inginocchiatoio, mentre l’altare maggiore è al centro del transetto fiancheggiato dall’ambone e, sulla parete di fondo, dal sedile triplo. Da ultimo, in corrispondenza dell’ingresso principale e in asse alla navata, la torre campanaria alta al colmo 14,60 m; essa contiene l’atrio e in alto la cella per le campane collegati fra loro da una ripida scala chiusa in legno; la stessa scala consente l’accesso (mediante un ballatoio in testa alla navata) ai due percorsi esterni sopra le navate laterali; l’atrio contiene, oltre alla scala, la grande bussola in legno dell’ingresso principale. La casa Parrocchiale si trova, disposta in direzione nord-sud, in prosecuzione del transetto destro della chiesa e a questo collegata mediante un passaggio in legno. Si tratta di due edifici disposti in linea lungo il pendio, di poco separati fra loro e che mantengono fissa per tutto il loro sviluppo la quota massima di gronda del transetto, oltre che la sua profondità di corpo: di modo che la testata rivolta verso la chiesa rivela tre piani utili mentre quella opposta uno soltanto. Nel corpo più lontano, alto un solo piano, è prevista una grande sala per riunioni (80/100 persone sedute). Nel corpo più grande e adiacente alla chiesa sono previsti: al piano seminterrato (alla quota della chiesa) la centrale termica, un servizio igienico e un magazzino/archivio; al primo piano tre sale per le scuole catechistiche e/o ad uso di biblioteca e/o come sale di circolo ecc., un locale per l’assistenza e i servizi igienici; al secondo piano l’abitazione del parroco, composta di tre locali più servizi, uno studio e una piccola foresteria.
Testo pubblicato in “Architettura lingua morta” di Giorgio Grassi, Quaderni di Lotus, Electa Milano 1988