Via Battisti, Villasanta, 2001
C. Guazzoni, M. Turati
Il complesso dei Molini Asciutti, è un’importante testimonianza della tradizione storica di Villasanta, essendo costituito da edifici in linea di destinazione promiscua (abitazione, lavoro, deposito) ricompresi tra la porta d’ingresso al parco di Monza, la roggia Lambretto e la corte su strada antistante. Il modificarsi del corpo edilizio in linea, dovuto al cambiamento delle destinazioni d’uso originarie, rappresenta il principio costitutivo di questo nucleo. Nonostante le indicazioni regionali individuino criteri di conservazione integrale per una sola porzione dell’edificato, si è ritenuto che tutto l’intervento fosse da sottoporre a criteri non solo conservativi, ma di rispetto dei caratteri architettonici propri della campagna lombarda: sono state stabilite le modalità di un intervento conservativo e insieme trasformativo, per un recupero ad abitazione; sia rispetto alla forma complessiva dell’edificazione, che alla riproposizione di elementi architettonici di dettaglio. Storicamente l’area si forma nel 1858 con un nucleo edificato lungo la roggia dei Molini Asciutti che deriva dal Lambro. Questo nucleo è composto da un corpo doppio affacciato direttamente sula roggia, al fine di sfruttarne l’acqua per l’attività del candeggio, e da un corpo semplice posto in successione, di probabile uso abitativo. Il posizionamento in successione degli edifici costituisce il dato rilevante del nucleo originario, in assenza di collegamento viabilistico con il limitrofo aggregato di Villa San Fiorano. Nel catasto del 1930 il processo di trasformazione è compiuto: i corpi originari si espandono lungo il tratto rettilineo della roggia ed acquisisce importanza la strada di collegamento con la via principale di San Fiorano, a cui si affacciano nuove edificazioni in linea costituendo una sorta di “borgo” rurale: collegamento tra centro storico e ingresso al Parco e in planimetria si mette in rilievo il ruolo di porta della città al Parco di Monza. Alla giustapposizione dei volumi corrisponde in pianta la sommatoria di locali o di vani comunicanti, allineati senza alcun principio distributivo e norma igienico sanitaria. Vi sono poi alcuni elementi architettonici testimoni dei caratteri di sobrietà: coperture a falde rivestite in coppi alla lombarda, il ritmo, anche se irregolare, di finestre e portoni, le schermature in laterizio alla lombarda di androni di divisione dei corpi edilizi. I criteri di conservazione del complesso edilizio, riguardano la sua volumetria diversificata e i fronti degli edifici, i criteri distributivi degli alloggi fanno corrispondere le unità ai volumi stabiliti; non vi sono pertanto sconfinamenti delle singole unità al di fuori dei muri perimetrali di appartenenza. Tutta l’area in cui è ricompresa la proprietà viene valorizzata da questo progetto che tende ad affermare la continuità tra spazi verdi pubblici e privati in un unico disegno del verde verso il parco di Monza.