CASE VIA MONTE SAN GENESIO
architetto Edoardo Guazzoni, studio di architettura Milano, architetto Milano
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CASE VIA MONTE SAN GENESIO

LUOGO E DATA

Via Monte San Genesio, Milano, 1989/1992

CON

A. Bortoluzzi, B. Vielmi

FOTOGRAFO

F. Pollini

Category
Edifici privati

A Milano, la Bovisa rappresenta l’esigenza di trasformazione e riqualificazione urbana della città post-industriale. Si tratta di una zona periferica occupata, nella gran parte, da capannoni, depositi, stabilimenti dove le strade si uniformano, nell’indifferenza e nella desolazione della più assoluta casualità: lunghi muri ciechi, blocchi residenziali isolati, rare vetrine di negozi, o posti di ristoro. Un disordine architettonico che l’ambiente lavorativo e l’abbondanza di spazi liberi a parcheggio preservano al traffico e all’incuria che la contemporanea e inarrestabile ascesa dei valori fondiari, unita al desiderio di creare mode, ha reso d’attualità.

L’occasione di recupero ambientale può essere colta sfruttando la fase di abbandono di molte delle strutture produttive, inserendo nel tessuto edilizio tipologie a destinazione mista con proposizioni di nuovi insediamenti residenziali. Il progetto qui presentato è significativo in questo senso ed esemplifica, nella piccola dimensione e nella destinazione privata, la possibilità ricostitutiva del tessuto edilizio esistente e il ruolo dell’architettura nei progetti di riconversione urbanistica. […]

Il lotto di terreno era edificato originariamente in modo parziale. La sua forma allungata rendeva difficile un suo sfruttamento soddisfacente. La soluzione adottata, in aderenza ai confini e, contemporaneamente, la proposizione di blocchi edificati alternati a spazi liberi (blocco su strada, cortile, palazzina, giardino retrostante), ha costituito la scelta base legata al riconoscimento dell’impostazione della struttura urbana preesistente e al suo valore di tradizione con cui porsi in continuità.

Vi è, in aggiunta, un riferimento appropriato alla villa, oasi di eleganza e di rapporto con la natura, impianto organico, stilisticamente unitario, costituito da corpi di fabbrica diversi e gerarchicamente disposti, elementi architettonici e ambienti funzionali. La puntualizzazione tipologica, la canonicità del progetto adottato, in tutti i suoi elementi distributivi e formali, vuole rivelare il ruolo urbano, realistico, collettivo dell’architettura. La tipologia è il segno di riconoscibilità dei valori fondamentali, di continuità, del carattere di una città. La facciata su strada, per scelta quasi obbligata, è l’unico elemento “pubblico” dell’intervento. Con fregi sottogronda, zoccolatura, ordine, proporzioni, rispecchia in particolare uno dei temi affrontati, quello della rappresentazione classica. In sostanza rivela anche un’impostazione apparentemente contraddittoria, poichè con tali “citazioni” decorative si privilegia ed evidenzia (dalla strada) il disegno del fronte e conseguentemente all’indefinitezza dei fronti, si lascia in secondo piano lo sviluppo volumetrico e tipologico, che è invece un assunto primario, non casuale, del progetto. La scelta del progettista, allievo della scuola milanese, assertisce del valore di un fondamento logico dell’architettura, insegnante e teorico lui stesso, è tutta razionale ed espressiva. […]

C’è un legame infatti tra il “semplicismo”, il “classicismo” e la raffinatezza del disegno. Il primo è prescritto, quando ci si impone di produrre linee, forme, elementi precisi, ragionati, fondati, e ben riconoscibili che non sono cambiati nel tempo. La cultura classica esprime i concetti di ordine geometrico, funzionalità e monumentalità. La pregevolezza, la chiarezza, che derivano dalla capacità di ben disegnare, dimostrano, oltre alla dedizione al lavoro, gli strumenti progettuali adottati, lo stile rappresentativo, l’intento figurativo. Caratteristiche rivelate dagli elaborati grafici riprodotti, da ammirare per la qualità del tratto, per la cromaticità conferita ai disegni, dai tratteggi, dalle ombreggiature, dai chiaroscuri, oppure dai tenui colori delle tavole pitturate. Anche dai materiali tradizionali scelti secondo un preciso obiettivo stilistico e armonico; dal disegno semplice ma comunque puntuale dei particolari di finitura; dalla decorazione discreta che si integra alle scelte di finitura degli interni e degli esterni. Distinguiamo così le parti dell’intervento: il corpo principale, che è costuituito da tre appartamenti, uno per piano, con al piano terreno l’androne di ingresso, la guardiola di portineria e l’alloggio per il custode. Il cortile, delimitato lateralmente da candidi muri, conduce al palazzo e al sottostante garage; i due piani del secondo corpo che racchiudono un ufficio ed un laboratorio e si affacciano posteriormente sul giardino privato. Utile citare, infine, altri elementi formali o materici che rappresentano il frutto di una scelta, conseguente all’intento stilistico complessivo: le coperture piane, i ferri lavorati e verniciati, gli intonaci a colori tenui, le beole verdi dello Spluga per i rivestimenti e per i pavimenti delle scale e dell’ingresso, le “gabbie” metalliche dei balconi su strada, a cui potranno attecchire piacevoli piante rampicanti.

 

Testo di R. Gamba in “L’industria delle costruzioni” n. 273 – 274, luglio-agosto 1994.

 

Realizzazione: Impresa Edilcen, Milano.