CASCINA SAN ROMANO
architetto Edoardo Guazzoni, studio di architettura Milano, architetto Milano
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CASCINA SAN ROMANO

LUOGO E DATA

Figino (Milano), 1981

CON

R. Campagnola

Category
Restauro

PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELLA CASCINA SAN ROMANO PER ITALIA NOSTRA

 

Situata nella pianura irrigua a ovest di Milano, la cascina San Romano mantiene oggigiorno il suo carattere agricolo. Residenza estiva per l’aristocrazia cortigiana del seicento e utilizzata più tardi come cascina produttiva, si è andata conformando nel tempo come corte chiusa definita dagli edifici tipici delle cascine lombarde: la casa del proprietario (fattore), le stalle e le costruzioni per il trattamento del latte. Il progressivo abbandono dell’attività agricola avvenuto tardivamente e il conseguente degrado delle costruzioni, compromettono la sopravvivenza del complesso.

La proposta di restauro e ampliamento presentata trae origine dall’iniziativa, dell’Amministrazione del Comune di Milano, della Regione Lombardia e da Italia Nostra, in collaborazione con l’Istituto per il Territorio Rurale, che promuove nuovamente le coltivazioni tipiche, integrandole con un’ampia zona di bosco che costituirà il bosco urbano e didattico di Figino.

La soluzione che si propone, assumendo la destinazione di sede didattica e sperimentale per l’istituto, promuove le attività agricole abbandonate e mantiene la configurazione fisica della corte.

Si restaurano l’antica stalla, i locali annessi per il lavoro e l’alloggio dei contadini, che garantiscono il mantenimento dell’attività tradizionale. Separato dagli ambienti di lavoro si situa il nuovo edificio che ospita la scuola e le coltivazioni sperimentali. Questo costituisce l’ampliamento fondamentale della corte. Il centro direzionale e didattico viene progettato congiuntamente all’edificio che sta di fronte alle stalle con l’intenzione di recuperare la sua funzione di antica residenza.

Si è cercata una stretta corrispondenza tra i principi planimetrici, distributivi e le volumetrie. La creazione del nuovo corpo di fabbrica configura un limite tra il costruito e i campi e, insieme alla torre, restituisce la forma generale della corte.

Il nuovo percorso che conduce dai campi agli accessi si confonde con la trama dei percorsi agricoli, mentre il portico che si estende a tutti gli edifici costituisce il principio di unità più evidente. La rettificazione del livello della corte rialza gli edifici rispetto alla campagna: attraverso la torre-biblioteca che si addossa alla villa e grazie alla demolizione del muro perimetrale, si stabilisce la comunicazione con la corte attraverso la strada d’accesso, confermando così la sua natura di insediamento isolato che si percepisce da molto lontano.

 

Progetto pubblicato in Arquitectura, n. 259, Madrid 1986